16 agosto 2013

Sul Sangue Mestruale

Credo che sia come ballare il tango dove l’abbandono deve essere totale e l’armonia è frutto del sentire e cercare la sintonia, del seguire e lasciarsi andare, abbandonarsi al respiro del suono che viene dal profondo del nostro ventre.

Un tempo, quando facevo la guerriera contro me stessa, lottavo contro questo dolore senza capirne il valore e privandomi di questa danza di vita-morte-vita governata da uno stra-ordinario stato alterato di coscienza. 
Che non sia questo un dono che la Natura ci fa per gratificarci di questa sofferenza
“mortale” e restituirci in cambio l’opportunità di visitare il mondo dell’invisibile dal
quale fare ritorno “rinate” e “arricchite” di un nuovo sapere intuitivo?

Oggi mi sono accorta che quando sanguino vedo tutto in uno strano modo, soprattutto il sentire, l’annusare è diverso, è come quando sei innamorata che è come se il naso ti si spalancasse e puoi sentire all’improvviso tutti gli odori del mondo, puoi conoscere il mondo solo dal suo odore.
Anche il modo di vedere muta, vedo qualcosa delle cose che gli altri giorni non vedo. Io ci vedo attraverso, vedo attraverso la montagna, le persone, gli oggetti, gli animali e le nuvole perché io sono loro e loro sono me e forse solo in questi giorni io me ne accorgo con tutto il mio essere e sono lì a sentire, annusare, ascoltare, guardare ed assaporare tutto il mondo che mi circonda e che è così tanto che non posso andare veloce, ho bisogno di tempo e di lentezza.

Credo che ci sia anche del vero nella proibizione secolare di non toccare l’acqua
perché in fondo in fondo il freddo che sento non mi ispira a cercare l’acqua che forse rischierebbe di spegnere quel fuoco che sta uscendo da me fermando il suo corso.

… ciò che è stato è stato e non sarà più e ciò che è di là da venire è il mio unico punto di partenza.
Nuova culla, nuova me, nuovo viaggio, nuovo sangue, nuove speranze … onorate con una doccia fresca e rinvigorente che segna la fine del viaggio.

Ed ogni volta che muoio e rinasco, mi chiedo con amarezza perché tante donne oggi continuino ad ignorare il potere e il sapere della ciclicità, perché si ostinino a vivere “quei giorni” come se fossero uguali agli altri inconsapevoli di servire così il senso patriarcale della produttività e negare quella preziosa rossa differenza che le fa femmine.

Ogni mese celebro il mio sangue ringraziando Dio di essere nata donna e amo fantasticare il mio climaterio come un grande mestruo che, non senza dolore e paura, mi renderà nuova e più bella per varcare la soglia dell’altra metà della mia vita.
Disse Simone de Beauvoir: “donna non si nasce, si diventa” e allora, dico io, che il sangue sia con te perché tu possa diventare ad ogni ciclo più donna.

tratto da Che il sangue sia con te di Paola Lussolgio

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