8 febbraio 2015

si parlava di Amore, ieri, al Caffè Filosofico ...

Come scritto in Conscious Loving (non ancora tradotto in italiano), l’amore ha una forza potentissima. Se non sappiamo come usare questa forza, cadiamo facilmente vittima delle sue potentissime distorsioni dolorose. È la resistenza all’amore che causa problemi, non l’amore in sé. L’amore ha una luce fortissima e quando ci investe illumina anche le nostre parti oscure. Porta in superficie aspetti di noi che stiamo disperatamente cercando di tenere nascosti. Quando questi emergono nell’incontro e nel rapporto, spesso facciamo muro ...




Questo, secondo Osho accade perché l'amore è mutazione, cambiamento.


Ogni trasformazione sarà necessariamente dolorosa, poiché le vecchie consuetudini vanno abbandonate a favore del nuovo.
Il vecchio ti è familiare, è rassicurante, ti dà garanzie. Con l'ignoto non puoi usare la tua mente: la mente è perfetta solo con il vecchio; con ciò che è nuovo la mente è del tutto inutile.
Una relazione è uno specchio, e più intenso è l'amore, migliore e più limpido sarà lo specchio. Ma perché il tuo amore raggiunga quelle altezze, devi essere aperto: un amore elevato richiede che tu sia vulnerabile. Devi abbandonare la tua corazza, e questo è doloroso. Devi smetterla di essere costantemente sulla difensiva, devi disfarti della tua mente calcolatrice. Devi rischiare, devi vivere pericolosamente: l'altro può ferirti. Questa è la paura di essere vulnerabile. Devi accettare la sfida.

Lo  leggiamo anche, grazie a Antoine de Saint Exupéry, nelle pagine de Il Piccolo Principe

L'unico modo per andare oltre è di passarci attraverso.


Per quanto sia doloroso, entra nell'amore. Questo è il primo passo verso Dio, e non puoi evitarlo. Questo passo è assolutamente indispensabile, perché solo quando la presenza dell'altro ti provoca, diventi consapevole della tua totalità; quando la tua presenza è valorizzata dalla presenza dell'altro, ti liberi dal tuo narcisismo, dal tuo mondo chiuso e vieni sospinto verso il cielo aperto.
L'amore è un cielo aperto. Essere in amore significa essere sulle ali del vento. Certo, il cielo sconfinato fa molta paura.
E lasciare cadere l'ego è molto doloroso, perché ci è stato sempre insegnato a coltivarlo. Da sempre l'abbiamo protetto, l'abbiamo decorato.
L'amore ti fa sperimentare come essere in sintonia con qualcosa che non è il tuo ego. L'amore ti dà la prima lezione su come puoi entrare in sintonia con qualcuno che non ha mai fatto parte del tuo ego.
Se riesci a essere in armonia con una donna, se riesci a essere in armonia con un amico, con un uomo, se riesci a essere in armonia con il tuo bambino, o con tua madre, perché non dovresti essere in grado di sentirti in armonia con tutti gli esseri umani?
E se l'armonia con una singola persona ti procura una gioia così profonda, che cosa succederà se riuscirai a essere in armonia con tutti gli esseri umani? E se puoi essere in armonia con tutti gli esseri umani, perché non dovresti essere in armonia con gli animali, gli uccelli e le piante?
In realtà, al mondo non esiste alcuna persona, ma solo presenza. Tu non esisti, non sei un ego separato dal Tutto: sei parte del Tutto. Il Tutto respira in te, pulsa in te, il Tutto è la tua vita.




Se lo eviti, rinunci alla più grande opportunità di crescita che tu possa incontrare. Lascia che ci sia dolore, abbandonati a questa sofferenza. Passa attraverso questa notte oscura e finirai per incontrare un'alba meravigliosa. Solo dal ventre della notte oscura il Sole può innalzarsi. Il mattino può arrivare solo attraverso il buio della notte.

Anche per Salvatore Brizzi, il dolore è la misura della nostra resistenza all’apertura del Cuore, non la misura di un fatto oggettivamente negativo che sta accadendo all’esterno di noi.


Non dovremmo chiederci
Quanto sarà dolorosa quella situazione?
bensì
Quanta resistenza farò all’apertura del mio cuore durante quella situazione?

Dobbiamo abituarci a paragonare le sofferenze che proviamo quotidianamente ai dolori del parto. Ogni volta che soffriamo stiamo facendo nascere una nuova creatura dentro di noi. E la persona che a nostro parere ci fa soffrire non è un torturatore ma un facilitatore di questo processo, colui che ci accompagna dentro di noi e ci permette di scoprire qualcosa che altrimenti rimarrebbe nascosto e non elaborato.




Il risvegliato è colui che sa di non essere i suoi pensieri.
Colui che sa essere il suo Sé Divino. Sempre.

Lo sa non sul piano filosofico, ma perché lo vede tutti i giorni attraverso la pratica dell’auto-osservazione.
Sa bene che il dolore è la Gioia vista di spalle.



Facile no?



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