9 giugno 2014

Nascere in Casa si può

Ringrazio Irene e Erika se lo scorso venerdì 6 Giugno ho finalmente riesumato la mia vecchia e malandata reflex digitale
e abbiamo potuto festeggiare a Bassano


tanti colori
tante esperienze sacre
tante Donne legate da un filo rosso


 Donne della Terra riprendetevi la Nascita
del Dott. Grantly Dick Read
Non si permette più alla donna moderna di fare esperienza cosciente delle sue sensazioni fisiche e della loro eco emotiva, derubandola così della ricompensa data dalla consapevolezza della forza del suo parto. Per la donna il parto costituisce l’opportunità organica di assumere potere attraverso una sfida fisica con le forze della vita e della morte.
Quale atto potrebbe essere più iniziatico ed estatico?
La donna che partorisce in condizioni naturali sperimenta uno stato potente, estatico ma in ospedale questa incredibile esperienza non le è permessa!
Le condizioni culturali più distruttive in cui una donna possa nascere e vivere sono quelle che insistono sull’obbedienza senza badare alla propria anima, che costringono una donna a scegliere tra anima e società, che costringono una madre a scegliere tra il figlio e la cultura, dove l’accettazione e la compassione per gli altri sono escluse dalle strutture economiche o dai sistemi di casta.
Una donna può trovarsi a cedere troppo facilmente (alle richieste sociali, economico-culturali), può scoprire di avere paura a prendere posizione, a chiedere rispetto, ad asserire il suo diritto a farlo, a vivere a modo suo. Il modo più comune per portare una madre al crollo, da tempo immemorabile, è costringerla a scegliere tra l’amore per il figlio e la paura che la comunità farà del male a lei e al figlio se non si conforma alle regole.
Quando una madre è costretta a scegliere fra il figlio e la cultura, in quest’ultima c’è qualcosa di crudele e di sconsiderato.
Questa cultura può essere quella in cui la donna vive, ma peggio ancora, può essere quella che si porta dentro, a cui si conforma. La cultura che costringe a farsi male all’anima per seguire i suoi divieti è veramente malata.
Essere legati al proprio intuito promuove una grande fiducia in esso, cambia l’atteggiamento della donna da “che sarà, sarà” a “fammi un po’ vedere tutto quello che c’è da vedere”.
Che cosa dare all’intuito perché sia ben nutrito e pronto a rispondere alle nostre richieste di esaminare quel che ci circonda?
Lo si nutre di vita ascoltandolo. Noi nutriamo l’io intuitivo profondo dandogli ascolto eseguendo il suo consiglio.
È come per i muscoli del corpo: se un muscolo non viene usato finirà per perdere forza ed elasticità.
L’intuito è esattamente così: senza nutrimento, senza impiego si atrofizza. Questa funzione intuitiva appartiene a tutte le donne. È una ricettività massiccia e fondamentale. Non la ricettività della psicologia classica, che è un contenitore passivo, ma la ricettività nel possedere accesso immediato a una saggezza profonda che arriva fin nelle ossa delle donne.


Forse bisogna  cominciare col dare più amore se si vuole ricevere più amore Se non ci sono difficoltà fisiologiche lascia che la Natura faccia il suo corso, sa quando devo venire al mondo e perchè devo nascere in un preciso istante piuttosto che in un altro.
I 9 scalini di Anne e Daniel Meurois-Givaudan


Non si può aiutare attivamente una donna a partorire;
non si può aiutare un processo involontario,
si può solo cercare di disturbarlo il meno possibile.
M. Odent


Perché Un inizio nella pace è davvero un buon inizio.
Sammy Shapiro


Alcune letture sull'argomento

Partorire senza paura. Come superare i luoghi comuni sulla nascita e riconquistare una capacità perduta
Siamo nati in casa. Parto naturale ed ernergia femminile
Nati in casa. Le custodi della nascita raccontano



Firma la petizione
Libertà per le donne di scegliere dove, come e con chi partorire
anche in Veneto

3 commenti:

  1. Io non ho potuto sperimentare la sensazione di un parto naturale, ho fatto entrambi cesarei per svariati problemi. E' un'esperienza che mi manca.
    Ho invece sperimentato tutta la frustrazione di sentirmi inadeguata. Quando ila gravidanza te la fanno vivere come una malattia da monitorare e non come qualcosa di estremamente naturale può capitare. Ho trascorso 4 mesi in Alto Adige durante la seconda gravidanza. Tra il quarto e il settimo mese. Non ho visto un medico per tutto il periodo, ma solo boschi, malghe, mucche, cielo azzurro. Tornata in città mi sono sentita aspramente rimproverare perchè non mi ero controllata, non avevo fatto quella tal ecografia, non avevo fatto le analisi del sangue ecc... ecc... Io stavo benissimo, ero un fiore, stupenda, abbronzata, sanissima. Tanto hanno fatto e detto che mi hanno fatto piangere.
    Ma va fan...... Se ci ripenso mi viene una rabbia!!!
    Un bacione grande
    Francesca

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Troppe donne si portano dentro rimpianti, inquietudini e sensazioni di fallimento dopo un parto. Questo va assolutamente trasformato: una mamma alla volta. un bambino alla volta. un parto alla volta.
      un forte abbraccio!

      Elimina
  2. Usando le parole di Irene. ...
    Invece di dirti come stavi non potevano chiederlo a te? ?

    RispondiElimina